Salita alla Croce
Visita a Mostar
Alla sera, al rientro da questa giornata intensa, abbiamo condiviso tutti assieme le esperienze ed i pareri di tutti questi giorni.
Di seguito, il resoconto e la testimonianza di un nostro pellegrino:
MEDJUGORJE:
un pellegrinaggio di preghiera, di silenzio
interiore e di fraternità, effettuato dal 3 al 7 giugno da alcune Parrocchie
piacentine.
Ho desiderato ritornare a Medjugorje per poter offrire alla
Madonna l'esperienza dei limiti imposti dalla malattia che ha caratterizzato
questi ultimi due anni della mia vita, e per chiederLe la forza di mettere nel
giusto ordine le cose che contano davvero, nonché regalarmi una pausa di
riflessione per risvegliare la mia fede ed aprire il mio cuore.
A Medjugorje si avverte proprio la presenza di Maria che ci
indica il cammino della fede attraverso la preghiera e, quando questa è fatta
col cuore, la vita cambia e si rinnova perché fa prendere decisioni importanti
per il cammino spirituale.
La Santa Messa, il Rosario, la Confessione e il Vangelo
hanno assunto per me un significato diverso.
La penitenza, la mortificazione, il digiuno vengono proposti
da Maria per quel cammino di santità che dovrebbe caratterizzare la vita di chi
si definisce cristiano.
In quel luogo si percepisce la Grazia e, pur con tutte le
fragilità che ci contraddistinguono, la Madonna ci prende per mano per condurci
a Gesù supportandoci con i suoi continui messaggi,e aiutandoci a diventare, nel
nostro quotidiano, cristiani gioiosi, responsabili e coscienti.
Graziella Genesi
MEDJUGORJE – impressioni di viaggio di un pellegrino
Medjugorje: piccola frazione di un piccolo comune situato in
un angolo remoto di un piccolo Stato, la Bosnia-Erzegovina che 20 anni fa' ha
conosciuto le atrocità della guerra civile, le cui ferite non si sono ancora
rimarginate!
Eppure proprio qui, fra le colline pietrose di questa
località assolutamente marginale, la Madonna – la Regina della Pace come viene
qui chiamata – ha scelto di manifestarsi una sera d'estate del 1981 a un gruppo
di 6 ragazzi, e (quel che più conta) si manifesta tuttora ad alcuni di essi
secondo precise modalità temporali.
Il viaggio per raggiungerla è indubbiamente lungo ma
abbastanza agevole, perché compiuto quasi interamente per autostrada. Siamo partiti da Pianello in 12, guidati da Don Mario, alle
5,15 del mattino per raggiungere Piacenza dove si sono aggiunte altre 11
persone, tra cui Teresio l'organizzatore del viaggio. Il lungo percorso,- tra rosari, litanie e canti sacri,
intervallati da momenti di sincera allegria - è servito a conoscerci, e a
creare nuove amicizie, tanto che all'arrivo potevamo definirci una Comunità.
A Medjugorje abbiamo vissuto tre giornate intense di
"full immersion" nei riti e nelle celebrazioni religiose.
Il programma standard prevede:
ogni mattina alle 11 la messa in lingua italiana (da notare
che almeno i tre quarti dei pellegrini vengono dall'Italia),
al pomeriggio – a partire dalle 18 – due rosari, le litanie,
la santa messa e infine un terzo rosario e ulteriori riti, il tutto in lingua
croata ma con la possibilità di ascoltare la traduzione in italiano con le
radioline e gli auricolari),
alcune sere , dopo cena, un'ora di adorazione.
Il tutto avviene nella chiesa (costruita prima delle
apparizioni, quando sembrava eccessivamente grande, mentre ora è in grado di
contenere solo una piccola parte dei pellegrini) e soprattutto nella spianata
che si trova alle sue spalle, in grado di accogliere alcune migliaia di fedeli.
Altri appuntamenti consueti sono:
le salite al Monte delle Apparizioni in località Podbrdo, e
al Monte della Croce che prende il nome da una grande croce in cemento
costruita sulla sua cima nell'anno santo 1933,
l'incontro con uno dei veggenti che illustra le
raccomandazioni della Vergine (a noi è toccato Ivan Dragicevic, che ancora
adesso vede ogni giorno la Madonna alle 18, 40 ovunque egli si trova),
la visita a una delle tante Comunità religiose che sorgono
intorno a Medjugorje ; noi abbiamo incontrato suor Cornelia che, proseguendo
l'opera iniziata dalla sorella suor Josipa – fondatrice delle "Sorelle
Missionarie della Famiglia Ferita" - si occupa soprattutto di infanzia
abbandonata,
la visita – nei pressi della spianata – alle 5 cappelle
dedicate ai misteri della luce, alle stazioni della Via Crucis, e alla grande
statua bronzea del Cristo in croce, infine la visita alla città di Mostar
(capoluogo della regione) che, con le sue macerie e le numerose case tuttora
sfregiate da schegge e colpi di mitragliatrice, testimonia quale oasi idilliaca
sia invece Medjugorje che, protetta dal manto della Madonna, è stata
risparmiata dagli orrori della guerra.
Per quanto riguarda la mia esperienza personale, io sono
andato da curioso e sono tornato a casa pienamente convinto della santità del
luogo.
Infatti, anche a prescindere dalle apparizioni mariane (da
tener presente che in proposito la Chiesa almeno in via ufficiale non si è
ancora pronunciata), la coralità della preghiera è tale da creare un clima di
intensa spiritualità collettiva che non può lasciare insensibili i
partecipanti.
Io stesso, il terzo e ultimo giorno, ne sono stato testimone
diretto quando – durante la suggestiva pausa di silenzio che interrompe la
recita del secondo rosario nell'imminenza dell' apparizione giornaliera al
veggente Ivan - mi sono girato per guardare il sole che compariva proprio
allora in uno squarcio di sereno fra nubi burrascose e, non appena sono stato
in grado di fissarlo, l'ho visto pulsare, variare di colore (ogni mezzo secondo
ingrandiva e diventava nero) e infine ruotare emanando intorno a sé onde
concentriche di color rosa scuro
Il fenomeno è durato per qualche decina di secondi, fino al
momento in cui è ripresa la recita del rosario.
Che dire in proposito? Non posso attribuire la visione ad
autosuggestione, perché quando mi sono voltato per guardare il sole non mi
attendevo nulla di particolare.
E neppure posso attribuirlo alla situazione geofisica del
luogo, un'ampia pianura contornata da basse colline.
Se non voglio pensare ad un privilegio concessomi dalla
Vergine (non ho alcun titolo di merito al riguardo!) non mi resta dunque che
richiamarmi al concentrato di energia che saliva al cielo dalla massa dei
devoti che pregavano all'unisono.
Perché se a Lourdes e a Fatima (per citare due dei più noti
luoghi mariani) si va per pregare e chiedere grazie commemorando apparizioni di
breve durata ormai cessate da tempo , qui a Medjugorje si vive l'evento, se ne
è partecipi vivendo accanto a chi puntualmente è in contatto con il sacro.
E tutto il paese ne è permeato: così accade di vedere – alla
messa mattutina delle 7,30 celebrata in chiesa – molti giovani che si
soffermano per qualche minuto sulla porta prima di correre ad aprire i negozi,
oppure di sentire la messa trasmessa alla radio per le strade.
Sono certo che avrò modo di rielaborare nel tempo la gioiosa
esperienza di questa mio primo incontro con Medjugorje, ma fin d'ora posso dire
che mi è costato molto lasciarla, e che sono già pronto a prenotare il prossimo
viaggio, se e quando ci sarà.
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